La nascita della camera del lavoro viene preceduta da una riunione di tutte le leghe contadine della zona. In questo lungo percorso la Camera del Lavoro di Cassino ha segnato in maniera indelebile la storia del territorio - dalle lotte contadine per la terra e il riscatto sociale ed economico - alle lotte dei ferrovieri per l’affermazione dei diritti sindacali e la democrazia.
Di grande rilievo, in una zona fortemente provata dall’ultimo conflitto mondiale, le lotte per la rinascita. Proprio da qui furono inaugurate nuove forme di lotta sindacale meglio conosciute come “scioperi a rovescio”.
Giuseppe Di Vittorio, consapevole della valenza morale, politica e sindacale della nuova e suggestiva forma di lotta, fu particolarmente vicino al cassinate e da qui prese le mosse il “piano del lavoro” che lo stesso Di Vittorio presentò ufficialmente al congresso della CGIL a Genova.
In una occasione così importante non possono essere dimenticati gli atti di coraggio ed eroismo nella conduzione delle lotte sindacali, spesso aspre e dure, non solo per la caparbietà delle controparti, ma anche per l’atteggiamento degli organi di polizia e delle istituzioni sempre al fianco dei potenti.
Oggi avere con noi sua Eccellenza il Prefetto è motivo di orgoglio ma anche il segno che tante cose sono cambiate.
Infatti nel secondo dopoguerra , durante le lotte per il lavoro e la rinascita, gli arresti, in prossimità delle manifestazioni, erano all’ordine del giorno.
Augusto Potini, segretario generale della CGIL della provincia di Frosinone fu incarcerato e passò molti mesi lontano dai suoi compiti a fianco dei lavoratori
Lo stesso Giuseppe Di Vittorio, a Cassino per un convegno sindacale, dovette stravolgere i suoi programmi per andare a trovare tutte le famiglie dei lavoratori arrestati e portare loro solidarietà e conforto.
In tempi più vicini a noi come non ricordare le lotte per gli investimenti al sud, per infrastrutture essenziali come ospedali, scuole, reti idriche e fognarie.
Negli anni ’70 la svolta storica. Grazie alle lotte unitarie sindacali, ai lavoratori del nord e del sud fu avviato un ampio decentramento industriale verso il sud Italia. Fu così che arrivò la Fiat e con essa una importante svolta economica e sociale.
Essere stati ed essere militanti della CGIL non è stato e non è facile, ma credetemi e ve lo dice uno che ha circa 50 anni di militanza ne vale proprio la pena, non tanto per quello che dai ma per quello che la CGIL ti dà; chi non ricorda la catena di licenziamenti della Fiat e non solo per rappresaglia sindacale e che continuano ancora oggi in maniera più “ subdola “ ma sempre licenziamenti o precarietà sono. Il resto è storia che viviamo tutti i giorni.
Le difficoltà per i lavoratori, per i più deboli, per gli ultimi crescono sempre di più. Anche per questo il sindacato oggi come allora è essenziale per assicurare benessere e democrazia.
Ma l’importanza della memoria va mantenuta viva e condivisa con le nuove generazioni, per questo abbiamo sostenuto e sosteniamo il lavoro di ricerca storica di specifiche pubblicazioni che raccolgono gli accadimenti che hanno caratterizzato, grazie all’impegno di compagne e compagni della Cdlt , la storia di questo territorio.
E un piacere per noi oggi farvi dono del libro di Francesco Di Giorgio che lo SPI ha pubblicato, che raccoglie cento anni di lotte contro la miseria, per il lavoro , la pace e la democrazia.
Per concludere, voglio ricordare il primo segretario del dopoguerra insegnante Tonino Selmi che, esattamente dietro là dove scopriremmo la targa ricordo del centenario, in una baracca inaugurò la prima scuola della città impartendo lezioni in prima persona.
Compagne e compagni la CGIL è stata ed è tutto questo e tanto altro ancora.